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Cenni Storici sulla Chiesa Parrocchiale

Chiesa S. Tomaso (seconda metà del XIII secolo)

La chiesa si presenta con una facciata a capanna tripartita da quattro lesene. La pianta è rettangolare a navata unica con due altari per lato inseriti entro nicchie.

1297: prima testimonianza che ci accerta della presenza di questa chiesa, in occasione del passaggio di un esattore pontificio per la riscossione della “decima pontificia”. La piccola comunità di Terrassa era soggetta alla giurisdizione della pieve di Conselve, ma era fornita di un suo fonte battesimale. Dal 1305 la chiesa di Terrassa inizia ad essere contribuente.

Nel 1478 il Vescovo Pietro Barozzi informa tramite una visita pastorale, un resoconto sullo stato, che la chiesa era di dodici metri di lunghezza e sei di larghezza e priva di campanile. L'interno si presentava del tutto rinnovato dall'intervento di Giovanni Alvise Bragadin.

Un iscrizione riportata da Jacopo Salomoni nel suo libro ci indica che nel 1653 la Chiesa venne riedificata . Prima della riedificazione la famiglia Bragadin aveva la propria tomba, l'Arca Bragadina, davanti all'altare intitolato ai Santi Rocco e Sebastiano denominato anche della Pietà. I due Santi sono i protettori contro la peste intercedendo presso la Vergine della Pietà per conto del committente che spera di essere risparmiato dal terribile morbo. In questo altare si trovava anche una cappellina del chiarissimo Marcantonio Bragadin, l'eroe di Famagosta, con l'obbligo di una messa alla settimana.

I Bragadin sono membri di una famiglia solita a cercare le proprie occasioni di guadagno e ascesa sociale nelle magistrature giudiziarie e sul mare, alternando al comando navale l'esercizio di modesti commerci. Difficilmente la loro carriera politica li avrebbe portati oltre certe magistrature o certe cariche di modesta importanza, se il glorioso sacrificio del fratello Marcantonio non avesse illustrato il nome del casato e sollecitato verso di esso la riconoscenza della Repubblica. L'importanza della famiglia Bragadin spiega l'importanza delle opere artistiche presenti a Terrassa Padovana.

Tre altari seicenteschi: il maggiore e i due di sinistra sono opera di Stefano Tannini Padovano.

Le lapidi collocate sopra l'architrave delle due porte che dall'abside portano alle sacrestie, datate 1691 e 1692, sono commemorative dello stimato don Antonio Ferrari. A questo rettore viene riconosciuto il merito di aver fatto erigere il campanile e il sacello nel 1610, riparare la chiesa nel 1665 e di aver dotato l'altare di un tabernacolo.

“Cenni storici tratti dalla tesi di Laurea della Dott.ssa Daria Soncin sulle opere artistiche di Terrassa Padovana” (anno 2003)

Santuario Maria Vergine della Misericordia di Terrassa Padovana

Scelse un bambino muto, la Vergine per comunicare il suo desiderio di avere un tempio in Terrassa. dopo essergli apparsa, gli dono' la parola perchè andasse dal padre e dal Parroco a riferire questa richiesta e non fu difficile per tutto il paese credere che davvero questo provenisse dal cielo. Sotto l'impressione del fatto miracoloso, il popolo, la gente, "lieta dell'onore", come segno che testimoniasse obbedienza alle indicazioni celesti e memorie del fatto, decise di erigere subito una chiesa, "quale la loro povertà gli permetteva", quindi un oratorio, non un capitello o una edicola, nel luogo preciso indicato dal veggente-miracolato, riconosciuto messaggero credibile, ad onore di Maria. l'oratorio di Terrassa doveva risultare povero, modesto, ma in muratura, senza una custodia programmata, con una sua immagine, quasi certamente dipinta.Era la fine del '400. Pochi anni dopo, con bolla pontificia del 22 settembre 1499, i Bragadin dettero inizio alla nuova costruzione, forse senza abbattere l'edificio esistente ma inglobandolo, rispettandone l'orientamento est-ovest, e, naturalmente, conservandone l'immagine. Avevano già designato l'ordine religioso dei Canonici Regolari Agostiniani di San Marco di Mantova che ne garantirono la custodia dal 1499 al 1584. Tale custodia passò poi ai Padri Camaldolesi dal 1584 al 1776. Il titolo ancora generico di Santa Maria di Terrassa si preciserà, verso la fine del secolo successivo, come Santa Maria della Misericordia nell'atto notarile del 24 gennaio 1586. La visita pastorale del 1572 trova l'edificio abbastanza bello, a tre navate, con pilastri e archi, con tre absidi semicircolari ad occidente, facciata a capanna. Ha tre altari nelle absidi, quattro finestre senza vetri nel lato meridionale, una finestra circolare in facciata. Le misure corrispondono pressappoco a quelle attuali: circa m 30 di lunghezza per circa 12 di larghezza. Una nota del 1605 parla di 2 campane, si pensa sul campanile, che quindi risulta già edificato. Molto importante il cenno alla festa dell'8 settembre, probabilmente la ricorrenza della dedicazione. Tra il 1646 e 1664 sono segnalati lavori per rendere più bello ed accogliente il Santuario con il soffitto della navata centrale ridotto a volta al posto delle capriate. Certa di questo periodo è invece la nuova facciata, su spunto di quella di San Michele in isola. Il terremoto del 1688 provoca lesioni alla chiesa, fa crollare la parte absidale e copertura e muri del presbiterio. Si decide di ricostruire le parti rovinate. I lavori si protraggono tra il 1690 e il 1716. Sotto il priorato di Don Albero Luna, architetto e pittore. Dal 1706 al 1730 circa, Don Giovanni de Anna completa la parte edilizia, sostituisce i tre altari di legno con altri di marmo. In nessun documento si trova cenno al campanile, probabilmente coevo alla costruzione del primo cinquecento, con caratteri romanici molto marcati. Quindi verso il 1730 il Santuario è completato come lo si vede ora. Dopo la parentesi napoleonica, in cui furono soppresse le congregazioni monastiche, la chiesa fu data in custodia a un sacerdote secolare con il titolo di priore (1776…..fino ad oggi). Il primo rettore, morendo, lasciò i suoi beni in dono per le necessità dei malati poveri e tale fatto conferma che la chiesa campestre di Terrassa continuava a rimanere la chiesa degli ammalati, il luogo dove si recavano in devoto pellegrinaggio persone con problemi di salute, per affidare alla Madonna le loro speranze di guarigione. Alla Madonna si attribuisce anche l'intervento che nel 1886 salvò il paese dal colera, grazia ottenuta con la recita costante del rosario. Scrisse infatti il rettore del Santuario: " I buoni terrassani, ogni sera, abbenchè stanchi per le sostenute giornaliere fatiche, di buon animo si recavano a codesto Santuario per impetrare da Maria Santissima, mercè la divota recita della terza parte del Santissimo Rosario, il di Lei validissimo patrocinio, del quale ebbero intera efficacia. Anche il Vescovo di Padova Luigi Pellizzo, nella visita pastorale del maggio 1912 sottolineò la forte devozione che richiamava i fedeli in questo luogo, dichiarando "prodigiosa" l'immagine che qui si venera. Due sono le immagini della Madonna che si venerano a Terrassa. Quella più antica illustra il fatto prodigioso all'origine della chiesa. Vi è infatti raffigurata la Vergine che appare al ragazzino muto: una maestosa Regina incoronata, con l'indice della mano destra rivolto al cielo. Oggi però i fedeli considerano taumaturgica un'altra immagine, giunta nel Santuario forse come dono per grazia ricevuta. Di questa Madonna rimane visibile solo il volto, sereno e sorridente, con una corona sul capo a simbolo della sua regalità divina; il resto del dipinto, purtroppo è stato corroso dall'umidità e perciò ricoperto da un manto di seta. I dipinti ad affresco attuali risalgono al 1862, ma forse sono ricalcati sui precedenti, forse sbiaditi per l'umidità o per una non corretta esecuzione del pittore. "Regina " è l'appellativo che più di frequente si trova espresso nelle tavolette votive (1771), che testimoniano tante guarigioni fisiche, grazie spirituali e liberazioni in casi di ossessione ottenute dalla gente del luogo e dai pellegrini, disposti ad affrontare anche lunghi viaggi in condizioni disagiate per potersi affidare alla Madonna di Terrassa. E "Regina" è anche il titolo che insistentemente ricorre nelle preghiere a lei rivolte per chiedere aiuto o rendere grazie a colei che ama i suoi fedeli e li soccorre e protegge in tutte le circostanze della vita. Sotto la sua protezione, infine, è stato posto il centro di preghiera diocesano per le vocazioni consacrate e per la pace nel mondo istituito presso il Santuario nel V° centenario della fondazione.

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